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Droni che atterrano su pareti verticali

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I droni che atterrano su pareti verticali, questo il progetto di particolari velivoli ad ala fissa denominati “S-MAD” (Acronimo di Sherbrooke’s Multimodal Autonomous Drone) ideati dall’Università di Sherbrooke, città canadese localizzata nell’estremo sud della provincia del Québec, vicino alla frontiera con gli Stati Uniti.

Il drone “S-MAD” è stato progettato prendendo spunto dalle modalità di volo degli uccelli, specialmente per quanto riguarda la fase di decollo e atterraggio, così da essere in grado di decollare e atterrare anche dai muri. Cosa impossibile per i classici droni multirotori anche se VTOL, al riguardo leggete anche: “Il drone Skyone per il monitoraggio di oleodotti” e “Drone per ispezionare linee elettriche e gasdotti”.

Il procedimento di atterraggio e decollo è stato studiato nei minimi dettagli dal team di ingegneri che si è occupato del progetto, sono stati analizzati tutti i dettagli del volo degli uccelli, creando così un algoritmo specifico in grado di riprodurre ciò che avviene in natura da millenni.

Per l’atterraggio è stata riprodotta la decelerazione degli uccelli durante l’avvicinamento alla parete verticale, mantenendo la quota e la velocità verticale, riguardo invece il decollo è stata riprodotta una procedura di lancio e avvio di volo orizzontale con tempistiche specifiche.

Droni che atterrano su pareti verticali,

Un’altra peculiarità dei droni che atterrano su pareti verticali dell’università di Sherbrooke è un particolare carrello di atterraggio dotato di “microspine” in grado di aggrapparsi alla parete, evitando così la caduta del drone.

Il sistema di “microspine” è adatto per manufatti ruvidi, al fine di poter garantire un corretto ancoraggio del drone.

Le applicazioni suggerite, come potete immaginare sono molteplici, riguardano principalmente tutte quelle zone difficilmente raggiungibili come la perlustrazione o l’ispezione durante particolari condizioni di pericolo estremo.

I droni che atterrano su pareti verticali non sono al momento in vendita, è infatti ancora in corso la fase sperimentale da parte dell’Università che ad oggi ha effettuato più di trenta mila diverse simulazioni al fine di poter affinare e ottimizzare ogni particolare del volo del drone.

Il progetto sembra davvero interessante, non ci resta dunque che attendere le evoluzioni costruttive sia per quanto riguarda l’hardware che gli algoritmi di gestione del volo.

Di seguito il video di presentazione del progetto.

 

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